L’analisi di Dario Denni di Europio Consulting ai rilievi della Corte dei Conti all’intervento del Mef sulla rete di Tim. L’ipotesi della holding con il fondo americano Kkr non sembra contemplata dal decreto Giorgetti.
L’attenzione della Corte dei Conti sull’operazione che il Mef vorrebbe intraprendere con Kkr sulla rete di Tim stupisce per lo spessore delle osservazioni tecnico-giuridiche piuttosto che per quelle economiche che la magistratura contabile propone al governo, in modo molto chiaro e piuttosto efficace ancorché ci troviamo di fronte ad un parere non vincolante.
In via preliminare viene rilevato che nella relazione integrativa trasmessa dal Ministero alla Corte e dalle altre attività istruttorie, verrebbe ad emergere un’operazione molto più complessa rispetto a quella autorizzata dal Dpcm che perimetra l’intervento dello Stato ad una partecipazione in NetCo e non contempla altre ipotesi. Infatti, dalla nota integrativa sembrerebbe che il Mef vorrebbe partecipare ad una holding insieme a Kkr ed altri investitori che andrebbe a controllare un veicolo societario che a sua volta andrà a finalizzare l’operazione su NetCO, a valle del passaggio della rete di Tim a Fibercop.
Dal momento che il Dpcm autorizza solo una semplice partecipazione del Mef a Netco e ne stanzia regolarmente i fondi, la Corte dei Conti rileva – e questo è il punto giuridico più importante di tutto il parere – che ogni altra operazione più complessa e non contemplata dal Dpcm potrebbe essere nulla ai sensi del Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica. Grave danno se ciò fosse vero.
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